L’area Idume-Rauccio e’ situata in territorio comunale di Lecce, tra le localita’ costiere di Torre Rinalda e Torre Chianca, a circa 7 km dalla citta’.
Si estende per circa 600 ha.
Idrogeologia e suolo
Il sito di Rauccio si estende in un’area topograficamente depressa a ridosso di una spiaggia sabbiosa che borda per alcune decine di metri l’attuale linea di costa.
Nell’area affiorano estesamente rocce calcarenitiche molto fossilifere, dal classico aspetto del “tufo” conchigliare, di eta’ pleistocenica, di spessore modesto (dell’ordine di 1-2 metri), poggianti su calcareniti a grana fine, mioceniche, scarsamente permeabili (Pietra leccese). Sabbie calcaree fini e limi talvolta torbosi costituiscono il prodotto di una sedimentazione recente di ambiente lagunare e palustre.
La zona umida e’ costituita da una serie di stagni e di polle d’acqua sorgiva che rappresentano punti di emergenza di una estesa falda idrica superficiale che circola nelle cavernosita’ della roccia tufacea conchigliare ed e’ sostenuta alla base dalla “Pietra leccese” praticamente impermeabile.
Le risorgenze piu’ importanti sono raccolte dai canali “Rauccio”, “Fetida” e “Gelsi” che confluiscono in un unico tronco, lungo 300 m, che raccoglie anche le acque del laghetto “Idume”, anch’esso alimentato da sorgenti.
L’esistenza nel sottosuolo di cavita’, soprattutto di interstrato al contatto tra corpi calcarenitici diversi, e di fratture e condotti carsici, fa sì che si realizzino alcune interconnessioni tra la falda superficiale freatica, d’acqua dolce, e quella profonda, salmastra, che ha sede nei calcari cretacei sottostanti le unita’ calcarenitiche. Piu’ a monte, dove i calcari affiorano, la falda carsica circola a quote superiori a quella del livello marino e alimenta, per sfioro, la falda superficiale che ha sede nelle calcareniti.
L’alimentazione della falda superficiale da parte della falda carsica, che ha sede nei calcari cretacei, spiega le elevate portate delle sorgenti e in particolare del laghetto “Idume”, formatosi ad opera dell’azione erosiva delle acque sotterranee e per il crollo della volta di cavita’ carsiche di interstrato. Analoga, si presume, e’ la genesi delle “ajsi” o “avisi”, depressioni tipiche della zona, dall’aspetto di piccoli laghi in cui affiora l’acqua di falda.
Flora
Il sito di Rauccio comprende un’area boschiva residua con vegetazione a lecceta che rappresenta uno degli ultimi lembi sopravvissuti della medioevale “Foresta di Lecce”, cioe’ di una vasta area di vegetazione spontanea boschiva e di macchia che dalla citta’ giungeva fino al mare e che interessava la fascia costiera compresa fra Torre S. Gennaro (Brindisi) e Otranto. L’utilizzo di superfici sempre piu’ ampie per l’agricoltura, il pascolo, gli insediamenti e la viabilita’, nonche’ il crescente fabbisogno di legname sia come materiale da costruzione che come fonte energetica, finì per ridurne drasticamente l’estensione fino a farla scomparire quasi del tutto. Attualmente la lecceta di Rauccio misura in estensione poco meno di 18 ettari e si presenta con alberi che hanno un’eta’ massima non superiore ai 50 anni. L’analisi della copertura arborea indica chiaramente che si tratta di un ceduo e alcune foto aeree del 1938 mostrano che a quell’epoca il bosco era stato addirittura ceduato “a raso”. La ormai storica Carta Nazionale della Milizia Forestale (1927) compilata con dati di inizio secolo riporta un’area boschiva grande almeno 5-6 volte quella attuale e indica tutto intorno una vasta area boschiva definita “bosco degradato” che rappresenta la superficie boschiva che era stata appena eliminata a seguito di lavori di disboscamento. Pertanto il Bosco di Rauccio rappresenta, insieme con le aree boschive dei Laghi Alimini e dell’Arneo, una delle ultime grandi formazioni forestali del Salento ad essere eliminate. La lecceta di Rauccio si presenta fitta e intricata, con vegetazione arborea costituita esclusivamente da leccio (Quercus ilex L.), con un fitto sottobosco di sclerofille sempreverdi quali: Pistacia lentiscus L. , Phillyrea latifolia L., Rhamnus alaternus L., Myrtus communis L., alle quali si aggiungono specie lianose come Smilax aspera L., Lonicera implexa (L.) Aiton ecc. Questo tipo di vegetazione, impoverito sia strutturalmente che floristicamente dalle ceduazioni, si puo’ inquadrare nella associazione vegetale Viburno-Quercetum ilicis Rivas-Martinez 1976. La particolarita’ che conferisce anche elevato valore floristico al bosco e’ data dalla presenza di radure acquitrinose segregate nella lecceta, nelle quali e’ presente Periploca graeca L., una liana unica nel suo genere, considerata estremamente rara in Italia e inclusa nella “Lista Rossa” delle specie italiane a rischio di estinzione. Il bosco e’ circondato per tre lati da un’area paludosa nota col nome di “Specchia di Milogna”, che rappresenta un’area palustre residua, a carattere stagionale, sopravvissuta a tentativi di colmata che ne hanno modificato l’originario assetto. Si tratta di un’area umida a carattere stagionale che tende a impaludarsi durante il periodo autunnale e invernale e a prosciugarsi completamente nel periodo estivo. L’aspetto tipico della vegetazione e’ costituito da vasti canneti che nella porzione a sud-est sono prevalentemente costituiti dalla comune Phragmites australis (Cav.) Trin. (cannuccia di palude), un tipo di vegetazione che sotto il profilo fitosociologico si inquadra nella associazione Phragmitetum australis Allorge. La maggior parte del canneto e’, invece, caratterizzato da un tipo di vegetazione subalofilo con ampie estensioni di Erianthus ravennae (canna del Po), che insieme con Schoenus nigricans sono specie caratteristiche della associazione Eriantho-Schoenetum nigricantis. In aree piu’ ristrette prevalgono situazioni di piu’ elevata salinita’ del suolo e viene favorita la presenza di una vegetazione alo-igrofila nella quale sono presenti le specie Plantago crassifolia e Schoenus nigricans che caratterizzano l’associazione Schoeneto-Plantaginetum crassifoliae. Nelle aree con salinita’ elevata, nelle quali nel periodo estivo per l’elevata evaporazione si formano evidenti croste di sale, come nell’area della Masseria Pozzelle, predominano le “steppe salate mediterranee”, rappresentate da vasti salicornieti. Fa parte del sito anche il Bacino Idume che, pur di natura artificiale, e’ inquadrabile nella tipologia delle lagune e che e’ caratterizzato da una vegetazione sommersa con Potamogeton pectinatus e Ruppia maritima. Inoltre lungo la fascia costiera si estende un cordone di dune con prevalenza di Ammophila littoralis (sparto pungente).
- HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE
Steppe salate mediterranee
Stagni temporanei mediterranei
- HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE
Pascoli inondati mediterranei
Dune mobili con Ammophila
Praterie mediterranee con erbe alte e giunchi
- SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE
Ipomoea sagittata Poiret
Periploca graeca L.
Orchis palustris Jacq.
- SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA REGIONALE
Isoetes hystrix(L.) Bory
Linum maritimum L.
Moenchia mantica L.
- SPECIE VEGETALI RARE
Gladiolus byzantinus
- ALTRE SPECIE
Mentha aquatica
Orchis laxiflora
Fauna
Specie animali di interesse comunitario della Direttiva 79/408 e 92/43/CEE
o status di presenza viene definito attraverso:CE: certa; PR: probabile; DF: difficile; ES: estinta; B: nidificante;?: dubbio, incertezza.
ANFIBI
Tritone crestato (Tritutus (cristatu) carnifex): PR
RETTILI
Testuggine d’acqua (Emys orbicularis): CE
Tartaruga comune (Testudo hermanni):ES?
Cervone (Elaphe quatuorlineata): CE
Colubro leopardino (Elaphe situla):CE
UCCELLI(solo i nidificanti)
Gheppio (Falco tinnunculus):B
Cuculo (Cuculus canorus): B
Barbagianni (Tyto alba): B
Succiacapre (Caprimulgus europaeus): B?
MAMMIFERI
Assenti informazioni attendibili sui Chirotteri
Specie animali della lista rossa nazionale
ANFIBI
Raganella italiana(Hyla intermedia): CE
Tritone italico (Triturus italicus): CE
Rospo smeraldino (Bufo viridis): CE
RETTILI
Geco dell’Egeo (Cyrtopodion kotschy): PR
UCCELLI(solo i nidificanti)
Quaglia (Coturnix coturnix): B
Fratino (Charadrius alexandrinus): B
Assiolo Otus scops): B
Gufo comune (Asio otus):B
MAMMIFERI
Assenti informazioni attendibili sui Chirotteri