Lo stato della conservazione del sistema delle zone umide pugliesi, evidenzia come 13 delle zone umide siano istituite con almeno una delle forme di protezione considerate (spesso sono sovrapposte piu’ forme di tutela), 7 sono individuate come S.I.C. e/o dalla Legge Regionale 19/97 e quindi formalmente individuate ma non istituite, 5 zone non hanno nessuna forma di protezione, anzi due di esse sono gestite come Aziende Faunistico Venatorie.
Al di la’ delle forme di protezione istituite, va rilevato come, ad una analisi della conservazione e della gestione effettivamente svolte, si constata uno stato non ottimale nella conservazione delle zone umide. Infatti in nessuna delle zone umide esiste un piano di gestione naturalistico, inoltre l’analisi delle forme di alterazione e minaccia presenti nelle zone umide evidenzia come esse siano sottoposte a diverse e significative forme di alterazione.
I fattori negativi che maggiormente agiscono, sono il bracconaggio, tutte le attivita’ legate alla modificazione e trasformazione degli habitat (riduzione delle portate, aumento della salinita’, costruzioni, messa a coltura, ecc.), il disturbo, ecc.
La pressione di tali fattori negativi e maggiore come varieta’ e intensita’ degli stessi, nelle zone umide di maggiore estensione, Laguna di Lesina e Varano, Frattarolo-Daunia Risi, Saline di Margherita di Savoia.
Ci sono poi situazioni particolari come quella di Punta della Contessa che subisce notevolissime pressioni ed alterazioni per la sua posizione attigua, alla zona industriale di Brindisi ed alla centrale ENEL di Cerano.
Altro elemento che evidenzia la necessita’ di definire un effettivo piano organico ed integrato nella gestione delle aree e’ espresso nella dove si e’ cercato di definire, con una scala compresa tra 0 e 100%, il grado di artificialita’ delle zone umide pugliesi. Cioe’ la loro naturalita’, la loro indipendenza dalle attivita’ antropiche e quindi l’intrinseca capacita’ di sopravvivenza e resilienza.
Ad una prima analisi e’ emerso come ben 21 aree su 25 presentino un grado di aritificialita’ superiore al 50%. Questo pone grossi problemi nella gestione delle aree, in quanto esse evidentemente dipendono per la loro esistenza piu’ dalle azioni dell’uomo che dalle dinamiche naturali. Alcune delle aree di maggiore importanza come Saline di Margherita di Savoia, Daunia Risi, Frattarolo, ecc. sono ad esempio artificiali al 100% in quanto dovute ad opere dell’uomo, pertanto l’assenza di gestione determinerebbe in breve la loro scomparsa.